Ecco svelati tutti i segreti per pulire quadri a olio senza rovinare il colore. I rimedi fai da te per far tornare i colori dei quadri vivaci e brillanti! Che voi siate artisti con pareti tappezzate di vostre opere d’arte o semplici appassionati d’arte, vi siete mai domandati come pulire i vostri quadri? Se il vostro problema è semplicemente di polvere basterà un panno pulito inumidito, ma se sui vostri quadri sono presenti macchie, la cosa si fa più complicata. Se sul dipinto sono presenti macchie importante è non strofinare con forza né usare solventi. Un’ottima soluzione per le macchie di vernice è l’olio di semi di lino mescolato in piccola percentuale con dell’acqua ragia. Se le macchie invece sono date dalla cera può essere usato un cutter bagnato con acqua saponata e alcool. Se invece sono presenti macchie date da escrementi di insetti eliminatele per sempre con un composto di acqua ragia (70%), alcool (20%) e olio di semi di lino (10%). E se tutto questo non bastasse per un quadro che vi sta molto a cuore, non accanitevi sulla macchia ma cercate un bravo restauratore!

La metodologia utilizzata garantisce  la pulizia e la disinfezione degli ambienti

utilizzando attrezzi e materiali per specifiche aree e tipologia di lavoro in particolare per

stanze e bagni. L’ azienda Proverbio Service (Cava De’ Tirreni – Salerno – ), propone un sistema in grado di garantire la sicurezza

igienico sanitaria e permettere la conservazione in buono stato delle superfici. Sarà

oggetto di valutazione positiva la presenza del servizio di pulizie per 12 ore giornaliere.

Le prestazioni dovranno riguardare la pulizia di tutte le aree del presidio, comprese quelle

comuni e quelle non destinate all’assistenza (ad es. salone piano terra, gli uffici, le zone di

culto, le camere mortuarie, cucine, magazzini, lavanderia, Segreterie UVG e COCA, locali

Servizio Cure domiciliari, postazione Continuità assistenziale – Guardia medica, ecc.). Per

quest’ultimo locale è a carico della Ditta il rifacimento giornaliero dei letti collocati nella

postazione con sostituzione della biancheria.

Nel dettaglio dovranno comprendere:

OPERAZIONI GIORNALIERE

Scopatura a umido e pulizia dei pavimenti di tutte le aree comuni, camere mortuarie, delle

stanze degli ospiti, salone del piano terra, dei sevizi igienici, dei vani ascensore, delle

scale, degli spogliatoi, delle stirerie/lavanderie, degli uffici/ambulatori utilizzati dall’ASL,

della cucina e locali di sua pertinenza.

Svuotamento e pulitura con detergente di qualsiasi contenitore porta rifiuti presenti .

Spolveratura quotidiana ad umido con soluzione detergente di tutti i gli arredi delle aree

comuni, delle stanze degli ospiti e dei locali di pertinenza degli uffici/ambulatori dell’ASL.

Pulizia e successiva disinfezione dei servizi igienici e di tutte le installazioni igienicosanitarie

e delle camere mortuarie.

Ripasso pomeridiano con svuotamento e pulitura di cestini, scopatura ad umido e

detersione di corridoi, sale da pranzo, infermerie.

Sostituzione a necessità dei rotoli di carta igienica, degli asciugamani di carta in rotolo o

salviette, sapone liquido e saponette, e altro materiale.

Scopatura degli ingressi esterni.

Pulizia con eventuale battitura e/o aspirazione, di tappeti, zerbini, passatoie (con

aspirazione del pavimento sottostante).

Deragnatura a vista quando necessario.

Scopatura ingressi, marciapiedi

Raccolta dei rifiuti urbani, di quelli assimilabili agli urbani e loro conferimento negli appositi

raccoglitori situati nel cortile della Residenza, in ossequio alle prescrizioni comunali in

materia di raccolta differenziata dei rifiuti.

OPERAZIONI SETTIMANALI

Scopatura delle terrazze, dei balconi, davanzali, scale esterne, cortili, parcheggio,

davanzali e area di culto.

Controllo ed eventuale disostruzione tombini e intercapedini da fogliame, terriccio

OPERAZIONI MENSILI

Lavaggio di tutti i vetri interni ed esterni.

Pulizia con battitura e/o aspirazione di poltrone, divani e sedie in tessuto e pulizia con

detergenti di sedie, divani e poltrone in materiale lavabile.

Pulizia a fondo, con disincrostazione e sanificazione di tutte le installazioni igienicosanitarie,

rubinetterie ed accessori da bagno e lavaggio a fondo e sanificazione dei

pavimenti e delle pareti piastrellate e lavabili dei relativi servizi igienici, bagni, docce.

In particolare si intende la disincrostazione e sanificazione dei terminali dell’impianto

idrico, frangigetto e soffioni doccia:

• rimozione del calcare per immersione dei terminali in aceto bianco o prodotto

chimico reperibile in commercio (ad es. acido fosforico 5%-7%) di proprietà

equivalenti per 12 ore (overnight);

• risciacquo in abbondante acqua;

• sostituzione dei rompigetto in base all’usura;

• registrazione di ogni intervento su apposite schede.

Pulizia locali magazzini.

OPERAZIONI SEMESTRALI

Aspirazione, lavaggio e sanificazione termosifoni, bocchette di aerazione ed in genere di

tutti gli impianti di riscaldamento e trattamento dell’aria.

Pulizia a fondo (lavaggio con detergente) delle porte, infissi, stipiti, armadi a parete e

scaffali liberi sulla parte esterna.

Pulizia a fondo di ringhiere, balaustre delle scale.

Spolveratura dei lampadari e dei vari corpi di illuminazione.

In caso di necessità e a richiesta: sanificazione e successiva disinfezione del posto-letto

(con rimozione e successivo posizionamento degli arredi e del mobilio che ostacolano

l’intervento di pulizia) dell’ospite dimesso o deceduto. Dovrà essere fatta particolare

attenzione allo spolvero e disinfezione di tutte le suppellettili in uso al paziente (letto,

comodino, aste, armadi, punti luce, etc.).

Sanificazione successiva ad interventi di tipo post edile o dopo lavori di ripristino tecnico

degli ambienti.

Pulizia locali di servizio (es.: centrale termica, locale deposito rifiuti pericolosi, box, locali

tecnici dislocati nel presidio, etc.).

DERATIZZAZIONE, DISINFESTAZIONE E DEBLATIZZAZIONE

Il servizio in appalto prevede inoltre gli interventi di derattizzazione, disinfestazione,

deblattizzazione periodici da eseguirsi nei locali di pertinenza interni e sulle aree esterne,

nonché eventuali interventi che si rendano necessari per la presenza di insetti di varia

natura. Per tali interventi la ditta aggiudicataria potrà avvalersi di ditte esterne; in ogni caso

dovrà presentare un piano organico degli interventi e le schede tecniche e di sicurezza dei

prodotti che si intendono impiegare.

INTERVENTI IN CASO DI NEVICATA/GELO

La Ditta deve inoltre garantire lo sgombero neve e spandimento sale su rampe, accessi e

camminamenti, oltre che sui marciapiedi di pertinenza della struttura;

ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO – PROGRAMMA DI LAVORO

La ditta aggiudicataria dovrà attenersi a quanto presentato in fase di progettazione tecnica

di gara; l’Amministrazione potrà comunque apportare a detto piano le varianti operative

ritenute indispensabili senza sostanziale impatto economico. Per quanto attiene al servizio

di pulizia giornaliera e periodica, il piano di lavoro dovrà indicare l’orario giornaliero di

lavoro programmato in modo compatibile col normale svolgimento delle attività sanitarie e

assistenziali e il numero di unità impiegate.

Qualsiasi modifica a tale piano dovrà essere preventivamente comunicata al Committente

che dovrà dare benestare.

ONERI DEL SERVIZIO DI PULIZIE

Sono a carico della Ditta aggiudicataria gli oneri derivanti dalla fornitura di:

• sacchi a perdere per la raccolta della immondizie e per i cestini portarifiuti

• carta igienica, sapone liquido, carta asciugamani e copri water per i bagni

• tutti i materiali e le attrezzature di pulizia e sanificazione occorrenti per un adeguato

svolgimento del servizio.

La Ditta aggiudicataria dovrà altresì provvedere:

• al montaggio, all’impiego e smontaggio di eventuali ponteggi, elevatori sia fissi che

mobili eventualmente necessari per qualsiasi categoria di lavoro;

• al controllo e supervisione sugli attrezzi, sui materiali e sugli accessori di cui sopra;

• a controllare e a far osservare al personale impiegato le funzioni ed i compiti

stabiliti.

Per l’esecuzione delle pulizie a fondo, la Ditta provvederà agli spostamenti necessari degli

arredi con ripristino della loro posizione funzionale. La Ditta dovrà mettere in atto tutti gli

accorgimenti e le perizie utili ad evitare rotture e danni ad arredi, attrezzature e/o altri beni

durante le pulizie.

MACCHINE ED ATTREZZATURE

La Ditta aggiudicataria dovrà predisporre l’uso e l’impiego di macchine ed attrezzature nel

modo più razionale, tenendo presenti le possibilità ed i limiti che vi sono nella

meccanizzazione dei lavori di pulizia assegnati. L’impiego degli attrezzi e delle macchine,

la loro scelta e le caratteristiche tecniche dello stesso dovranno essere perfettamente

compatibili con le attività presenti nelle aree interessate al servizio. In particolare, le

macchine non dovranno essere rumorose, ma tecnicamente efficienti e mantenute in

perfetto stato di funzionamento.

Non è ammesso l’uso di macchine o attrezzi che possano danneggiare superfici e

strutture. Dovranno, inoltre, essere dotate di tutti gli accessori per proteggere e

salvaguardare l’operatore ed i terzi da eventuali infortuni. Tutte le macchine funzionanti

elettricamente dovranno essere a norma di sicurezza e dotate di dispositivi idonei a

garantire l’osservanza delle norme vigenti in materia di sicurezza elettrica e dovranno,

inoltre, avere un assorbimento di energia contenuto e comunque inferiore alla capacità

delle prese di corrente.

Su tutti gli attrezzi e le macchine di proprietà dell’Impresa usati all’interno della struttura

dovranno essere applicate targhette speciali indicanti, in modo ben visibile, il nominativo o

il contrassegno dell’Impresa stessa. Nella Struttura dovranno essere presenti le schede

tecniche di suddetto macchinario.

Il Committente potrà vietare l’uso di attrezzature ritenute non idonee alle pulizie o

incompatibili con gli ambienti in cui sono utilizzate.

PRODOTTI IMPIEGATI

Tutti i prodotti impiegati per le pulizie dovranno essere rispondenti alle normative vigenti

(biodegradabilità, dosaggi, avvertenze di pericolosità). Per quanto riguarda i disinfettanti

ed i sanificanti dovranno essere descritti in fase progettuale i dosaggi e le modalità di

utilizzo (impiego di pompe dosatrici, preparazione di fresco, ecc.). Non è ammesso

all’interno dei locali soggetti a pulizia, l’impiego di prodotti che possano corrodere,

macchiare o in qualche modo danneggiare superfici, apparecchiature, ecc., quali ad

esempio prodotti fortemente acidi ed alcalini o contenenti ammoniaca, coloranti ed altri

prodotti consimili.

Il Committente avrà la facoltà e il diritto di eseguire accertamenti e controlli in qualsiasi

momento sui prodotti impiegati per la pulizia e sanificazione e, se ritenuto opportuno, di

pretenderne la sostituzione.

Le schede tecniche relative ai prodotti utilizzati devono essere disponibili all’interno della

Struttura.

RIFIUTI

L’ASL, tramite i competenti Uffici, tenendo conto della strutturazione logistica degli edifici,

definisce i punti di raccolta relativi ai rifiuti assimilabili agli urbani e quelli speciali. La ditta

sarà tenuta ad eseguire il ritiro ed il conferimento dei rifiuti urbani tenendo conto della

raccolta differenziata. Per quanto riguarda i rifiuti speciali la Ditta si dovrà attenere alle

disposizioni impartite dalla Direzione sanitaria della RSA.

 

Il bicarbonato è economicissimo soprattutto se di marca NON pubblicizzata.

E’ interessantissimo leggere le indicazioni e modi d’uso del bicarbonato, leggendo il sito che segnaliamo scoprirete tanti modi di utilizzo e pulizia, veramente efficaci, caratteristiche tecniche e quant’altro serva sapere: http://www.bicarbonato.it/
Un accenno delle sue caratteristiche e proprietà:

CARATTERISTICHE:

  • Solubile in acqua
  • Delicatamente abrasivo
  • Impedisce la formazione dei funghi
  • Ha la grande proprietà di assorbire gli odori
  • Ottimo come antiodorante per piedi e ascelle

COME SI USA:

  • in soluzione acquosa negli spruzzini detergenti fai da te ( attenzione alle miscele di prodotti che si annullano, vedi aceto e acido citrico + bicarbonato )
  • coadiuva nella sgrassatura delle stoviglie e facilita l’azione dei tensioattivi presenti nel detersivo piatti
  • In pasta acquosa per pulire superfici : frigo, microonde, taglieri cucina, lavabi, ecc.
  • Lasciato in scatola aperta negli spazi dove vogliamo assorbire gli odori o cosparso puro su lettiere per gatti ecc.

BICARBONATO E IGIENE

L’ alcalinità è indicata da un pH tra 7 a 14.
Una soluzione ottenuta da 50 g di bicarbonato sciolti in 1 litro di acqua ha un pH compreso tra 8,1 e 8,6 (a temperatura ambiente).
Ciò significa che rende debolmente alcalino l’ambiente; quindi impedisce la sopravvivenza di quei batteri che vivono in ambiente neutro o debolmente acido.
Per avere un potere igienizzante superiore, bisogna usare una soluzione concentrata, ricordando che la solubilità massima è 96 g in 1 litro.

IN SINTESI : il bicarbonato ha un potere igienizzante , variabile a seconda della concentrazione con cui viene diluito in acqua e a seconda della temperatura dell’acqua.
Una soluzione di 50 gr di bicarbonato sciolto in un litro di acqua ha una modesta azione igienizzante.
Una soluzione più concentrata, fino 96 g per litro, aumenta il potere igienizzante.
Non va usato con acqua troppo calda, perchè si scompone a temperature superiori a 60°C

ACETO E BICARBONATO

Entrambi hanno, da soli, un forte potere sgrassante.
Coadiuvano tantissimo alla pulizia di casa, in maniera naturale ed efficace.
Sono due prodotti dalla chimica opposta e quindi non vanno assolutamente mescolati.
Nelle miscele (acqua, detersivo per i piatti, alcool) vanno usati singolarmente, o uno o l’altro, altrimenti si inattivano a vicenda.
Il bicarbonato ha un’azione addolcente sull’acqua che rende i tensioattivi più aggressivi (il detersivo agisce meglio). I tensioattivi sono indispensabili per sgrassare a fondo.
L’aceto si può utilizzare sia nelle pulizie che in fase di risciacquo.
Attenzione a non usare l’aceto (e gli altri acidi) sul marmo e sul travertino.

CARBONATO DI SODIO

Commercializzato sotto il nome di Soda Solvay e chiamato impropriamente “lisciva”, il carbonato di sodio è molto simile nel chimismo al bicarbonato, ma più alcalino e quindi più corrosivo.
Ha gli stessi usi del bicarbonato, anche se richiede maggiore attenzione. È consigliabile utilizzarlo come detersivo solo per indumenti da lavoro o tessuti robusti. La forte alcalinità tende a rovinare le fibre dei tessuti, indebolendole, e a sbiadire i colori. Non contenendo poi sequestranti che addolciscano l’acqua, il calcio si deposita sulle fibre irrigidendole e “seccandole”, così da provocarne col tempo la rottura.

È invece utile per lo sporco grosso, come i grassi bruciati di caminetti e barbecue, l’unto dei pavimenti di garage e officine, la fuliggine di cappe e aspiratori, i residui d’olio e vino di bottiglie e damigiane.
Non va usato su superfici in alluminio legno e cotto, pavimenti non cerati, vasche tubi o piastrelle in fibra di vetro.
Essendo moderatamente irritante per naso e occhi, è bene non respirare la polvere che eventualmente si alzi.

PERCARBONATO 

Dopo avere passato mesi a studiare per tutto quanto il web e a rimpallarci domande su vari argomenti, finalmente a uno sciagurato di noi che aveva in casa una confezione di percarbonato di Officina Naturae è venuto in mente di leggersela.
Visti i mesi passati a studiare l’ha finalmente capita!
Ecco quindi chiarezza e risposte per quanto riguarda il percarbonato venduto da Officina Naturae,

  • Senza enzimi, profumi, sbiancanti ottici ( senza inquinanti )
  • Azione igienizzante per bucato, stoviglie ed accessori di uso comune
  • Migliora il lavaggio in presenza di acque dure grazie alla presenza di silice lamellare
  • Rispetta i tessuti
  • Igienizza, sbianca e smacchia già a 30°C

A temperature comprese fra i 40 e i 60° si scompone in carbonato di sodio e ossigeno. L’ossigeno attivo, che si forma per il solo effetto della temperatura e senza bisogno di altri attivatori chimici, scompone ed elimina le macchie, oltre ad avere un’azione igienizzante.

Si presenta in commercio come una polverina bianca e generalmente non è venduto puro, ma addizionato ad altre sostanze inerti perché è instabile e rischierebbe di decomporsi prima di essere sciolto in acqua per l’uso.
Purtroppo non è di facile reperibilità, almeno per il momento, anche se sta pian piano sostituendo il perborato nella formulazione dei detersivi commerciali. Si può comprare in internet, nei negozi biologici, oppure bisogna cercare se è contenuto in additivi che riportano la dicitura “all’ossigeno attivo” (qualche volta è scritto col suo nome inglese sodium carbonate peroxide). Nel nostro blog potete trovare un elenco di prodotti a base di percarbonato, con l’indicazione del sito internet dove si possono acquistare per corrispondenza o della linea di supermercati che li distribuiscono.

È possibile utilizzarlo sia in lavastoviglie che in lavatrice, nel bucato a mano o nel pretrattamento delle macchie.
Tuttavia, visto che in acqua calda si scompone in ossigeno e soda, è consigliabile soprattutto per le fibre resistenti, i colori solidi e in dosi non eccessive. Queste ultime dipendono anche dalla purezza del prodotto: se il percarbonato è presente in alta percentuale, le dosi possono essere minori, diversamente si possono aumentare se è addizionato a molta sostanza inerte.

Per questo consigliamo di controllare sempre la percentuale di percarbonato presente nel prodotto, anche per fare una comparazione proporzionale a livello di prezzo.

I NOSTRI CONSIGLI

Controllate le etichette dei vostri detersivi biologici, sia lavatrice che lavastoviglie.
Molto spesso il percarbonato è già presente, la sua quantità e relativa azione quindi è più che sufficiente per normali bucati, normali azioni sbiancanti e igienizzanti.
Si consiglia l’uso di percarbonato aggiuntivo solo in quei casi in cui si necessita di una maggiore o particolare efficacia, tipo macchie colorate e/o vecchie, ovvero quando la biancheria si è “ingrigita” e si vuole riportarla al candore originale.

LISCIVA

Il termine lisciva identifica una miscela di ingredienti (carbonato di sodio, saponi, tensioattivi ecc.) che ha origini antiche e si è modificata nel corso dei decenni. Non essendo codificato e registrato (INCI), chiunque può realizzare e chiamare lisciva qualsiasi miscela che contenga più o meno soda, saponi e altri ingredienti.
Tradizionalmente veniva ottenuta per soluzione con acqua calda o cottura o macerazione della cenere e oggi è stata “riscoperta” e qualcuno la usa.

La soluzione ottenuta dalla cenere è fortemente alcalina perciò va usata con precauzione. Ha sicuramente un effetto sgrassante ma è poco adatta ai tessuti moderni.
L’uso della lisciva era concepibile nel passato quando erano diversi i tessuti, lo sporco, la frequenza di lavaggio e l’azione meccanica. Inoltre non è garantita l’assenza di nocività sulle persone e sull’ambiente, anche per la presenza di possibili fosfati. (Non è detto che le nostre nonne non inquinassero, ma allora il problema si poneva meno perché i bucati erano più ridotti e soprattutto la popolazione mondiale non era quella di oggi).

ACETO

L’aceto è un miscuglio di sostanze tra le quali l’acido acetico che gli conferisce il caratteristico odore.
Gli aceti da tavola – che si trovano comunemente nei supermercati – presentano una concentrazione di acido acetico variabile tra il 5% e l’8%.
L’acido acetico, per le sue proprietà chimiche, può sciogliere molecole molto diverse fra loro, per questo l’aceto si rivela un ottimo detergente.

Il suo ampio spettro di usi, però, necessita di alcune precauzioni: non bisogna usare l’aceto sul marmo, sul travertino e sulle altre pietre a componente calcarea, sui parquet oliati, e non bisogna mescolarlo con sostanze alcaline: bicarbonato, soda, detersivi per la lavatrice e la lavastoviglie e naturalmente, per chi la usa, candeggina o detergenti alla candeggina.

Si può usare in aggiunta al detersivo per i piatti a mano – che è neutro – anche per pretrattare lo sporco
difficile e nell’ultimo risciacquo di lavatrice e lavastoviglie, quando ormai i detersivi sono stati sciacquati.
Mescolato al sale da cucina fa brillare come nuove le pentole in rame.
Attenzione: è sconsigliabile, per gli usi domestici, usare l’acido acetico puro, specialmente se in concentrazione superiore al 25%, perché può provocare danni alla pelle, agli occhi, alle mucose e ai metalli.

ACIDO CITRICO

È un acido più debole dell’acetico quindi, perché sia efficace, bisogna usarlo a una concentrazione maggiore, tra il 15 e il 20%. È una sostanza assolutamente naturale, infatti è presente in quasi tutta la frutta, in particolare il succo di limone ne contiene il 5-7%. È inodore ed è usato nell’industria alimentare e farmaceutica come acidulante e conservante.
Da solo sostituisce 4 prodotti per la casa:

  • il disincrostante
  • l’anticalcare
  • il brillantante
  • l’ammorbidente.

Comprandolo in polvere e diluendolo si evita di buttare continuamente bottiglie esaurite.
Si presenta sotto forma di piccoli cristalli trasparenti e si può trovare comunemente nella forma anidra o monoidrata; la prima è pura, nella seconda la molecola dell’acido è legata a una molecola d’acqua.
Dovendo comunque essere diluito in acqua, la differenza è minima (-10%). Per preparare una soluzione al
15-20% sciogliere 150-200 gr. di acido citrico anidro in 1 litro d’acqua; in caso di monoidrato le quantità diventano 165-220 gr. sempre in 1 litro di acqua. Sarebbe meglio usare acqua distillata, perché il calcare sciolto nell’acqua di rubinetto “impegna” una parte di acido citrico, formando citrato e diminuendone (di poco) la concentrazione.
La scelta tra una soluzione al 15% o al 20% è individuale e dipende essenzialmente dalla durezza dell’acqua della propria zona: maggiore è la durezza – e quindi il calcare presente nei rubinetti e negli elettrodomestici – più alta sarà la concentrazione da usare.

ACQUA OSSIGENATA

La disinfezione più facile ed efficace è quella con acqua ossigenata: ad essa resistono solo poche specie batteriche – nessuna se la concentrazione è elevata – e decomponendosi semplicemente in acqua e ossigeno è sicuramente ecologica.

Dal punto di vista chimico, l’acqua ossigenata è un energico reagente ossidante, perciò non viene mai utilizzata pura, ma in soluzione acquosa in percentuali non superiori al 60%.
In soluzione fino al 5% viene usata come sbiancante o per schiarire i capelli, in soluzione ancora più diluita (3%) è usata come disinfettante per escoriazioni e ferite.

La molecola, come dice il nome, contiene più ossigeno (H2O2) di quello presente nell’acqua normale, che tende a perdere, liberandolo sotto forma di ossigeno nascente. Questo atomo di ossigeno libero è molto reattivo e tende a legarsi alle altre molecole ossidandole, perciò degrada e inattiva le molecole degli agenti infettanti.
Lo sviluppo di ossigeno in forma di bollicine è molto evidente quando per es. si applica acqua ossigenata a una ferita.

Attenzione: soluzioni troppo concentrate di acqua ossigenata possono intaccare i metalli e il marmo.

Concentrazioni e “volumi”

La concentrazione dell’acqua ossigenata viene espressa solitamente in “volumi”: essa rappresenta il rapporto tra il volume di ossigeno gassoso, che si svilupperebbe per decomposizione completa dell’acqua ossigenata, e il volume della soluzione medesima. Se, ad esempio, una soluzione di acqua ossigenata ha un titolo di 10 volumi, significa che dalla decomposizione completa di 1 litro di quella soluzione deriverebbero 10 litri di ossigeno gassoso (a 0 °C e pressione di 1 atm).

I “volumi” differiscono dalle concentrazioni in percentuale: l’utilizzo di questi due metodi di misurazione è talvolta causa di errore. In genere i fornitori per laboratori di analisi chimiche indicano la concentrazione percentuale dell’acqua ossigenata, mentre i produttori di articoli destinati all’uso domestico indicano i “volumi”. Qui di seguito viene riportata una lista con le due misure di concentrazione a confronto.

  • 3% corrisponde a volumi 10
  • 3,6% corrisponde a volumi 12
  • 10% corrisponde a volumi 50
  • 30% corrisponde a volumi 110
  • 40% corrisponde a volumi 130

Per altre concentrazioni consultare: www.grupponamias.com/r_util.html

OLI ESSENZIALI

Gli olii essenziali sono sostanze oleose profumate che si estraggono da parti di piante: fiori, frutti, buccia, radici e foglie.
Sono sostanze fortemente concentrate che non devono mai essere usate pure, a parte rarissime eccezioni, per non andare incontro a irritazioni.
Hanno proprietà terapeutiche, che non verranno prese in esame in questo studio. Sappiate solo che queste essenze vanno utilizzate con cura e attenzione, in piccole dosi.

Particolare attenzione va usata qualora vi siano donne in gravidanza, molto sensibili agli effetti degli olii essenziali, e bambini, che hanno un olfatto molto ricettivo e ne avvertono e assimilano anche le minime tracce.
In entrambi i casi gli oli essenziali non andrebbero usati e, se proprio necessario, vanno diluiti molto.
Rimane inteso che ammoniaca, acido muriatico, candeggina e quant’altro usiamo quotidianamente in case abitate da bambini e donne incinte sono molto più dannosi.
Gli oli essenziali di camomilla, canfora, menta e agrumi sono antagonisti dei rimedi omeopatici, perciò non usateli contemporaneamente. Oppure siate accorti nell’usarli a distanza di un’ora prima e un’ora dopo l’assunzione del rimedio.

La conservabilità degli oli essenziali nelle diluizioni è di due-tre mesi, vanno quindi preparati in quantità moderata in modo da consumarli entro tale periodo.
Gli oli essenziali non si sciolgono in acqua; si sciolgono invece negli oli grassi, nell’alcool e nel sapone liquido. È sconsigliato mescolarli con aceto e limone perché l’acidità potrebbe rendere inattivi alcuni tipi.

In particolare:

per disinfettare l’ambiente:

cannella, eucaliptus, garofano, ginepro, lavanda, limone, origano, salvia, timo, tea tree

contro insetti:

basilico, lavanda, limone, maggiorana, melissa

contro le muffe:

lavanda e geranio

Gli oli essenziali vanno comprati oculatamente, per avere un minimo di garanzia che siano prodotti di qualità. Se non conoscete marche valide, rivolgetevi alle erboristerie e nei negozi biologici chiedendo oli essenziali naturali.
I prezzi variano a seconda del tipo di olio, in quanto cambia il metodo di estrazione, la quantità di olio che si riesce a ricavare da un frutto o da una radice e anche il prezzo all’ origine del prodotto da cui si estrae l’ olio.

 

– sulla prevenzione contro il rischio chimico derivante dall’uso dei prodotti di pulizia;

– per svolgere efficacemente le ordinarie e straordinarie operazioni di pulizia;

– per utilizzare e riporre in sicurezza i prodotti di pulizia.

 

  1. fattori di rischio più frequentemente presenti nelle operazioni di pulizia

Rischio chimico

Il Rischio Chimico è legato all’uso di prodotti chimici per le operazioni di pulizia, in seguito a contatto con sostanze irritanti, allergizzanti (detergenti, disinfettanti, disincrostanti) del tipo: candeggina, ammoniaca, alcool, acido cloridrico.

Gli infortuni più frequenti derivano dal contatto con sostanze corrosive (acidi e basi forti utilizzati in diluizioni errate).

Rischio da movimentazione dei carichi durante le operazioni di pulizia

Questo rischio, nelle operazioni di pulizia, è correlato:

  1. a) alla movimentazione dei secchi d’acqua e prodotti di pulizia, sacchi di rifiuti, per il mancato uso, frequentemente, sia degli appositi carrelli nella movimentazione sui piani, sia dell’ascensore da un piano all’altro;
  2. b) spostamenti di banchi, cattedre, armadi, per le operazioni di pulizia.
  3. interventi di prevenzione

Le misure da adottare, in termini di prevenzione, possono sintetizzarsi nei termini sotto indicati:

  1. a) I provvedimenti di prevenzione più adeguati per evitare o limitare il RischioChimico sono:
  • la formazione del collaboratore scolastico;
  • l’utilizzo di adeguati mezzi di protezione personale, ossia l’utilizzo dei Dispositivi di Protezione Individuale (D.P.I.), quali: guanti di gomma, mascherine, visiera, paraschizzi, ecc.;
  • acquisizione e lettura delle “Schede di Sicurezza” dei prodotti in uso;
  • lettura attenta dell’etichetta informativa del prodotto;
  • non usare contenitore inadeguati.

In caso di eventuale manifestazione di irritazione cutanea (arrossamenti, disidratazione, desquamazione), segnalare tempestivamente al medico.

  1. b) Per prevenire il Rischio da movimentazione dei carichi, in occasione delle operazioni di pulizia, è indispensabile dotare i collaboratori scolastici dei mezzi per il trasporto dei secchi d’acqua e dei prodotti di pulizia (carrelli), sacchi di rifiuti, ecc.

 

  1. modalita’ di svolgimento delle pulizie per assicurare adeguate misure igieniche e la prevenzione contro i rischi.

3.a – Misure igieniche

  • Fare la pulizia dei locali prima dell’inizio delle lezioni verificando se le aule o i laboratori o la palestra sono idonei dal punto di vista igienico (togliere prima la polvere col piumino, disinfettare quotidianamente il piano dei banchi e delle cattedre, lavare con acqua le lavagne, lavare frequentemente i pavimenti dei locali, dei corridoi, atri, scale, ecc.);
  • Arieggiare spesso i locali ed effettuare le pulizie con le finestre aperte;
  • Verificare se i bagni sono igienicamente idonei prima dell’inizio dell’attività didattica;
  • Non lasciare incustoditi, al termine delle pulizie, i contenitori di alcool, solventi, detersivi, ecc. in quanto pericolosi per gli alunni;
  • Non utilizzare la segatura in quanto, se inalata, è dannosa.

 

3.b – Istruzioni per la prevenzione dai rischi sia nell’uso che nella conservazione dei prodotti di pulizia.

Conservare i prodotti chimici in un apposito locale chiuso a chiave e lontano dalla portata degli alunni;

  • Non lasciare alla portata degli alunni: i contenitori dei detergenti o solventi quali candeggina, alcool, acido muriatico, ecc., ma chiuderli sempre ermeticamente e riporli nell’apposito locale chiuso a chiave (non lasciare la chiave nella toppa della porta);
  • Non consegnare mai agli alunni nessun tipo di prodotto chimico, neppure se gli insegnanti ne hanno fatto richiesta attraverso l’alunno stesso;
  • Ogni prodotto deve essere conservato nel contenitore originale provvisto di etichetta;
  • Leggere attentamente quanto riportato sulle “Schede tecniche” dei prodotti chimici ed usare le quantità indicate dalle istruzioni per evitare che il prodotto non diluito, o usato in quantità superiori alla normale concentrazione, possa costituire rischio per la persona e/o possa rovinare le superfici da trattare.
  • Non miscelare, per nessun motivo, prodotti diversi; potrebbero avvenire reazioni chimiche violente con sviluppo di gas tossici, come, ad esempio, fra candeggina (ipoclorito di sodio) e acido muriatico (acido cloridrico); (WCNet con candeggina);
  • Utilizzare i guanti e la visiera paraschizzi per evitare il contatto della cute e degli occhi con i prodotti chimici;
  • Evitare di inalare eventuali vapori tossici emanati da acidi;
  • Lavare i pavimenti di aule, corridoi, atri, scale, ecc. solo dopo l’uscita degli alunni e del personale dall’edificio. Evitare di calpestare le aree bagnate durante l’operazione di lavatura dei pavimenti. Ad ogni buon conto, durante il lavaggio dei pavimenti è obbligatorio indossare le scarpe con suola antisdrucciolo. Si consiglia, altresì, di collocare un cartello sulla porta del locale o su una sedia, davanti alle zone bagnate, con la scritta: “Pericolo! Pavimento sdrucciolevole, non calpestare”. Nel caso in cui, per qualche urgente necessità, si debba procedere inderogabilmente al lavaggio del pavimento di un corridoio, atrio, ecc., è indispensabile prestare la massima attenzione e prendere tutte le precauzioni possibili per evitare infortuni da caduta, del tipo:
  • prelevare i predetti cartelli con la scritta: “Pericolo! Pavimento sdrucciolevole. Non calpestare”, e posizionarli (anche su una sedia, se non hanno il piedistallo), davanti all’area che sarà lavata;
  • procedere al lavaggio di sola metà, nel senso della larghezza, della superficie da lavare per consentire comunque il passaggio delle persone sull’altra metà asciutta della superficie;
  • durante la fase di lavaggio e di asciugatura del pavimento, avvertire in ogni caso le persone che si stanno accingendo al passaggio di tenersi accostati al muro della parte opposta rispetto alla zona bagnata (cioè sulla parte del pavimento non pericolosa);
  • dopo aver atteso la completa asciugatura della metà del pavimento della superficie interessata, procedere con le stesse operazioni nella fase di lavaggio dell’altra metà del pavimento.
  • Non utilizzare detergenti per pavimenti contenenti cera, anche se in piccola quantità, onde evitare fenomeni di sdrucciolamento;
  • Risciacquare accuratamente le superfici trattate per non lasciare evidenti tracce di detersivo;
  • Evitare l’uso di acido muriatico (acido cloridrico: HCl) per pulire i WC o i lavandini, in quanto corrode (danno) ed emana gas pericoloso (rischio);
  • Non lasciare nei bagni nulla che possa causare danni agli alunni;
  • I contenitori dei detersivi o solventi, una volta vuoti, non devono essere lasciati nei bagni, ma devono essere ben chiusi e posti in appositi sacchetti di plastica;
  • Quando si gettano i residui liquidi dei detergenti già utilizzati, diluire con acqua prima di scaricarli nei bagni;
  • Nella movimentazione sui piani dei secchi d’acqua e prodotti di pulizia, sacchi dei rifiuti, avvalersi dell’ausilio degli appositi carrelli; per il trasporto da un piano all’altro utilizzare l’ascensore.
  • Qualora, a seguito di un accidentale contatto con un prodotto chimico, vengano riscontrate particolari reazioni, specificare al medico curante le caratteristiche tecniche del detergente desunte dalla “Scheda tecnica”;
  • Durante la sostituzione del Toner nel fotocopiatore utilizzare la mascherina antipolvere e i guanti, ed arieggiare il locale.

Si raccomanda il massimo rispetto delle suddette disposizioni.

 

 

La contaminazione microbica della sala operatoria è evento ineliminabile e ogni energia deve essere volta a ridurla al minimo e a mantenerla ridotta nel corso della seduta operatoria. La contaminazione si instaura con l’inizio dell’attività,va crescendo  col passare delle ore e dipende in modo cruciale dalle  persone presenti in sala (staff operatorio,paziente ecc).Estrema attenzione deve essere perciò posta al numero delle persone che assistono all’intervento operatorio,al loro comportamento, a quanto parlano, a quante volte entrano ed escono dall’area critica, alla loro igiene personale etc. in quanto tutti questi elementi modificano in modo sostanziale la quantità di microrganismi che le persone trasportano. Allo stesso modo  + importante avere cura del paziente che si deve sottoporre all’intervento, alla sua preparazione, al suo trasporto da e per  la sala operatoria,etc.

I fattori sopra riportati non sono di secondaria o teorica importanza:studi scientifici hanno dimostrato in modo quantitativo il loro impatto sulla carica microbica totale presente nell’ambiente operatorio. Tutti questi eventi che portano alla contaminazione microbica nell’ambiente operatorio sono dinamici con continuo mutare nel tempo:continuamente i microrganismi passano dalle persone agli oggetti e al malato. Il sistema di ventilazione ricambia continuamente l’aria della sala concorrendo di fatto al  contenimento della carica microbica ambientale a mezzo dell’areodispersione. In modo altrettanto continuo e dinamico,senza mai abbassare il livello attenzione a riguardo,gli operatori di sala  devono col loro comportamento ridurre al minimo i microrganismi immessi nel sistema e rimuovere al massimo con la pulizia e disinfezione quelli, nonostante ciò, inevitabilmente immessi:è la lotta che gli uomini da sempre conducono contro i microrganismi,per certi versi impari,ma registrando negli ultimi decenni enormi successi che consentono alla chirurgia moderna di raggiungere brillanti traguardi di successo e di sicurezza che si registrano oggi. La sala  operatoria,nel momento in cui si apre per dare inizio all’attività,presenta,se adeguatamente ricondizionata, un livello di contaminazione microbica molto basso. La pulizia e la disinfezione che precedono l’arrivo dell’equipe chirurgica,se sono operanti sistemi di ventilazione controllata,fanno si che una gran parte di contaminanti sia eliminata. Occorre perciò concentrare l’attenzione sulle procedure che consentono di arrivare  a questa condizione di bassa carica microbica cercando di ripristinarla tra un intervento e  l’altro:oltre alla ventilazione controllata,cruciale è l’adozione di procedure standardizzate e controllate di pulizia e disinfezione ambientale e comportamentali in quanto comportamenti incongrui vanificano le corrette procedure di pulizia e disinfezione adottate. A tale scopo queste linee guida comprendono una sintesi delle raccomandazioni per il comportamento da seguire per contenere al massimo la contaminazione microbica delle sale operatorie.,in relazione alle quali dovranno essere stilati,presso ciascun gruppo operatorio,i Protocolli di sanificazione ,disinfezione e comportamentali per tutto il personale operante nel blocco stesso. Le indicazioni che seguono devono essere messe in atto per tutte le tipologie d’intervento e per ogni tipo di paziente,partendo dall’assunto di considerare tutti i pazienti possibili portatoriu di infezioni trasmissibili per via ematica e applicando quindi sempre le precauzioni standard o universali,ma considerando anche che sostanzialmente nulla di pi§ deve essere messo in atto per quanto attiene le misure ambientali(pulizia del blocco operatorio)al fine di far fronte al pericolo di contagio di malattia infettiva per altri pazienti e per gli operatori,in presenza di pazienti portatori di infezioni trasmissibili per altre vie(contatto,droplet e aerea)poichè le eventuali ulteriori misure riguarderebbero i mezzi di barriera da adottare per gli operatorie le misure da adottareper il pèaziente specificate successivamente. Anche le linee guida dei Centers For Disease Control (C.D.C.)riguardanti la pulizia e la disinfezione degli ambienti operatori raccomandano di non effettuare pulizie e disinfezioni particolari dopo interventi chirurgici contaminati o sporchi,programmando questi ultimi alla fine della seduta operatoria. A chiarimento di tali problematiche è disponibile per gli operatori,dal 1998,la procedura aziendale in merito all’isolamento dei malati con patologie infettive in ospedale,basata sulle linee guida del C.D.C.,che illustrano le procedure assistenziali da attuare per i pazienti con accertata o sospetta patologia che necessita di isolamento. E’bene ricordare in proposito che il DM del 28 settembre 1990 (norme di protezione dal contagio professionale da HIV nelle strutture sanitarie ed assistenziali pubbliche e private)obbliga gli operatori a considerare tutti i pazienti potenzialmente infetti e quindi ad adottare le precauzioni standard su tutti i pazienti,indipendentemente dalla loro patologia,ogni volta che si viene a contatto con sangue e altri liquidi biologici. Tali precauzioni si attuano mediante l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale,della disinfezione,asepsi e sterilizzazione,(già procedurate nell’ospedale nel “Prontuario Degli Antisettici e Disinfettanti”,”Protocollo per la sterilizzazione a vapore”e “Linee guida per la sterilizzazione a mezzo di Gas Plasma”alle quali si rimanda).Per tanto,quando pazienti che presentano patologie infettive suscettibili di isolamento ematico e orofecale debbono essere sottoposto ad interventi chirurgici,le procedure assistenziali di sala operatoria si concretizzano molto semplicemente nell’applicazione delle precauzioni standard. Nei casi in cui è necessario sottoporre ad intervento chirurgico pazienti che presentano patologie infettive a trasmissione aerea o da droplet (ad esempio quelli affetti da TBC in fase infettante),le problematiche legate alla Sala Operatoria riguardano principalmente : -i dispositivi utilizzati per l’intubazione e la respirazione assistita in anestesia generali,che essendo monouso e dotati di filtri antibatterici e antivirali,non necessitano di nessuna procedura aggiuntiva da mettere in atto nei casi specifici.-La decontaminazione e il ricondizionamento igienico dell’ambiente,che parimenti non comporta alcun problema aggiuntivo rispetto a quanto effettuato di routine(come dettagliatamente specificato nella sezione che riguarda l’ambiente del “Prontuario degli antisettici disinfettanti”in uso e anche nelle “Linee guida per il controllo della malattia tubercolare”contenute nel Decreto Legislativo del 31 Marzo 1998,numero 112.

-I ricambi di aria previsti che,in presenza di patologia e trasmissione aerea,compresa la TBC,non presentano alcun tipo di problema in quanto le sale operatorie sono tutte dotate di condizionamento di aria che garantisce il mantenimento del microclima necessario.-I dispositivi di protezione individuale del personale di assistenza che ,nel caso di patologia a trasmissione aerea sono costituiti ,oltre che dai guanti,dalle mascherine chirurgiche e dai camici TNT,anche dai dispositivi di protezione respiratoria con filtranti di classe FFP2,in grado di garantire una riduzione da rischio di contagio aereo. Questi dovranno essere indossati tutto il tempo di assistenza al paziente durante la permanenza in Sala Operatoria e trasporto dall’U.O alla S.O e viceversa.

-I dispositivi di protezione da impiegare sul paziente isolato,in quanto affetto o sospetto di patologia a trasmissione aerea o da droplet che sono costituiti dalla mascherina chirurgica posta sulla bocca del paziente ,ogni volta che necessariamente deve transitare in ospedale e quindi anche quando deve essere trasportato dal reparto alla sala operatoria fino al momento dell’intubazione,dopo il risveglio e per il successivo trasporto dalla sala operatoria al reparto.

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PREMESSA: Tenere in ordine la casa è sempre un problema per tutti,sia per chi lavora e dispone di pochissimo tempo,sia per chi non svolge un’attività fuori casa,ma vive in una famiglia numerosa con bambini piccoli o persone anziane che richiedono cura e attenzioni particolari. Proverbio Service,impresa di pulizia a Cava De’Tirreni – Salerno -,consiglia, per evitare fatiche e perdite di tempo prezioso,di predisporre un programma settimanale,almeno per i lavori più impegnativi,per consentire un appropriata rotazione. A tale proposito è bene sottolineare che non c’è quasi nulla,nelle faccende domestiche, che non possa essere fatto in modo rapido e poco oneroso grazie ad attrezzi facili da tenere puliti,a prodotti particolari per ogni tipo di materiale,elettrodomestici perfezionati e aiuti esterni che possono svolgere lavoro per voi. Alcune tecniche minuziose e certi accorgimenti un pò sofisticati sono un aiuto prezioso destinato non solo a chi ha tempo e disponibilità per la casa,ma anche a chi,pur avendo fretta,vuole trovare subito per qualsiasi problema un suggerimento valido,perchè tradizionale e collaudatissimo…parola di Nonna Proverbio! FASE 1 Come organizzarsi: In linea di massima cercate di sbrigare al mattino alcuni lavori come rifare i letti,spazzare,spolverare,lasciando la cucina al dopo pranzo. Procedete alla pulizia accurata di un solo locale e a una più superficiale del resto dell’appartamento:in questo modo nel giro di una settimana tutti gli ambienti saranno puliti a fondo. Cercate di terminare le pulizie per ora di pranzo e dedicate il pomeriggio a lavori meno impegnativi e alle attività che vi interessano maggiormente. PELLI:naturali o no,si lavano con acqua e sapone neutro. SPUGNE:se sintetiche lavatele con acqua e soda oppure con acqua e sale(un cucchiaio per litro).Se naturali sgrassatele lasciandole immerse a lungo in acqua e ammoniaca(un cucchiaio per litro). CAFFETTIERA:non va mai lavata con detersivo;per renderle lucide sfregate le parti esterne con aceto e sale fino.

COLTELLI INOX:resteranno affilati se li pulirete con mezza patata cruda oppure con un tappo di sughero bagnato. Togliete le macchie con bicarbonato o polvere di pomice sfregando con n tappo di sughero. Per togliere le macchie di ruggine lasciate i coltelli immersi nell’olio per un paio di giorni e poi sfregateli con paglietta o polvere abrasiva.

PORCELLANA:non lavatela in acqua troppo calda per evitare incrinature e non sbiadire le decorazioni. Non immergete l’oggetto a metà nell’acqua perchè può spezzarsi. Lavate subito con acqua fredda le macchie di uovo. Togliete le macchie di tè e caffè con acqua e bicarbonato oppure con sale fino bagnato con succo di limone. TAGLIERE DI LEGNO:per deodorarlo passatelo con mezzo limone o con bicarbonato appena inumidito con acqua e dopo averlo lavato fatelo sgocciolare appeso perchè il legno non marcisca. ALLUMINIO:quando sono nuove,prima di usarle fatele bollire del latte(che poi getterete. Perchè non anneriscano aggiungete qualche goccia di succo di limone all’acqua che bolle. Per renderle lucide passatele con mezzo limone o fregatele con polvere di pomice. Se hanno il fondo coperto di calcare fatevi bollire acqua e aceto o succo di limone. Se sono incrostate,versatevi un dito di aceto o di acqua e aceto in parti uguali a fate bollire alcuni minuti finchè lo sporco si stacca,oppure lasciatele per una notte con il fondo coperto di bicarbonato o di detersivo e acqua. Se l’incrostazione è molto tenace copritela con la schiuma dello spray per il forno.

INOX:per renderle lucide usate l’aceto caldo e sciacquatele molto bene.

PADELLE DÌ FERRO:si sfregano con sale grosso,poi si puliscono con carta(da pane,o da cucina).La padella di ferro va conservata in un sacchetto di carta.

PENTOLE A PRESSIONE:se aggiungete all’acqua di cottura qualche goccia di limone non diventano scure all’interno. Non riponetele chiuse ermeticamente perchè non prendano cattivi odori.

PENTOLE TEFLONATE:per pulirle non usate oggetti che possano scalfirne il rivestimento. Quando le usate per la prima volta passatele con dell’olio.

RAME:si puliscono con un miscuglio formato da quattro cucchiai di farina gialla e un bicchiere di aceto.

SMALTATE E DÌ PORCELLANA:se sono diventate scure si sbiancano facendovi bollire acqua e perborato o con acqua candeggina.

TEGAMI DÌ COCCIO:prima di usare i tegami di coccio nuovi sfregateli dentro e fuori con uno spicchio di aglio,riempiteli d’acqua e portate lentamente a ebollizione. Non lavateli con acqua troppo calda e una volta ogni tanto fatevi bollire del latte per pulirli bene. Per deodorare i tegami fatevi bollire delle bucce di patata.

ATTENZIONE! non usateli se la vernice è scrostata.

 

 

I piani cottura a gas possono essere puliti con bicarbonato di sodio, acqua calda e qualche goccia di detersivo per i piatti. Spruzzare il tutto sui fornelli e lasciare agire per qualche minuto. Con una spugna morbida e umida strofinare più volte fino a quando l’unto sarà eliminato completamente. I piani cottura con piastre in vetroceramica possono essere pulite con acqua, aceto bianco, alcool e gocce di detersivo per piatti, con spugnetta morbida onde evitare di rovinare il piano. Occorre far raffreddare la piastra prima di agire. IL FORNO può essere pulito con una pasta composta da bicarbonato, detersivo per i piatti e aceto bianco. Occorre usare abbastanza bicarbonato per far si che si formi una pasta che verrà stesa all’interno del forno in ogni sua parte. Importante e sciacquare bene. Un altro metodo è creare un detergente che agisce con il calore del forno composto da acqua, bicarbonato e sale fino. Mescolare il prodotto e strofinate su tutta la superficie interna del forno compreso le pareti. Portare la temperatura a 100 gradi e lasciare agire per 20 minuti. Far raffreddare il forno e passare con una spugna morbida bagnata. Si può passare anche con un panno umido e aceto bianco. IL FORNO A MICROONDE va fatto prima raffreddare e poi strofinato con panno in microfibra, acqua e aceto bianco. Il piatto girevole va lavato come si lava un comune piatto da cucina. Si può anche mettere un recipiente aperto con acqua, aceto bianco e bicarbonato e far riscaldare per alcuni minuti. Dopo che si è formato il vapore, passare con un panno. IL FRIGORIFERO va pulito, disinfettato e deodorato. Bicarbonato e oli essenziali al tea tree e limone, mescolati ad acqua. Mettere il tutto in uno spray e spruzzare su tutta la superficie interna del frigo. Importante è pulire bene anche le guarnizioni con una miscela composta da succo di limone, bicarbonato e acqua tiepida. Lasciare un prodotto nel frigo “cattura odori” è un ottima idea… in un vasetto o un bicchiere di vetro mettiamo 3 cucchiai di bicarbonato e 3 gocce di olio essenziale al tea tree. Sostituire dopo qualche mese. Per pulire l’esterno del frigo possiamo amalgamare il sapone di marsiglia con acqua, aceto bianco, bicarbonato. Per completare l’opera staccate la presa del frigo dalla corrente e pulite la serpentina con acqua e aceto…risparmio garantito con una serpentina sempre ben pulita! Infine passiamo alla pulizia del freezer: far sbrinare ed eliminare tutto il ghiaccio. Acqua e bicarbonato con un panno in microfibra. Risciacquare accuratamente e asciugate.

 

Vetri ad altezza d’uomo: La tecnica a “S” permette di eliminare le operazioni di asciugatura iniziale del bordo e lo scuotimento della gomma dopo ogni tirata, facendo risparmiare molto tempo e rendendo il lavoro piacevole ed elegante Invece di asciugare il bordo di partenza con un panno in microfibra “tagliare l’angolo superiore” direttamente con il tergivetro Invece di sbattere la stecca dopo ogni tirata, ruotare il tergivetro verso il basso, creando delle zone neutrali (asciutte) dalle quali ripartire con movimenti simili alla forma dell’arcobaleno. Ispezionare il vetro, e segnalare al cliente la presenza di eventuali grafi già pre-esistenti. Verificare che il vetro sia adatto per essere trattato con il raschietto (es. non lo è il Plexiglass); nel dubbio fare un test in una zona nascosta. Verificare che la lama non sia danneggiata e se necessario cambiarla o girarla. Le lame per i vetri sono utilizzabili da entrambi i lati. Passare il raschietto sempre e solo sul vetro BAGNATO ed in un’unica direzione DAL BASSO VERSO L’ALTO. La lamina di GOMMA deve essere INTEGRA. Ispezionarla ogni volta, se necessario lavarla, girarla dall’altro lato oppure cambiarla. Esercitare la giusta PRESSIONE sul vetro. Troppa pressione o non abbastanza pressione sul vetro determinano striature. La lamina di gomma deve aderire perfettamente al vetro. Ciò che determina l’inclinazione della lamina di gomma è la DISTANZA DELL’IMPUGNATURA dal vetro. La distanza deve rimanere costante, ed essere 6-7 centimetri. Nella tiratura orizzontale, la parte alta della STECCA deve essere INCLINATA verso la parte del vetro ancora da tirare. Questo per evitare che l’acqua rimossa cada sull’area già asciutta. Nella tecnica base, ASCIUGARE IL BORDO di partenza prima di iniziare a tirare il vetro (oppure assicurarsi che il vello non abbia raggiunto il bordo). Dopo ogni tirata orizzontale asciugare la gomma o BATTERE contro il vetro. Entrambe le operazioni possono essere dimenticate applicando la tecnica a S. La tecnica “a due mani” prevede l’utilizzo di vello e stecca contemporaneamente. Il vello in questo caso ha la doppia funzione: lavare e assorbire l’acqua che cola dopo il passaggio del tergivetro. Utile nella pulizia degli interni per evitare lo sgocciolamento sul pavimento. Utile all’esterno per lavorare più velocemente e mantenere il vello bagnato più a lungo. Certamente una tecnica da professionisti che distingue un window cleaner da un comune lavavetri. Pulizia dei vetri ad altezza uomo: rifinitura Tenere sempre con sè 2 panni in microfibra: uno asciutto per le operazioni di rifinitura sul vetro ed uno già bagnato per il serramento. Un buon window cleaner non usa più di due panni in microfibra al giorno. Se le operazioni di deragnatura, lavaggio e tiratura del vetro sono state eseguite correttamente, la rifiniturà sarà minima. Per rimuovere l’acqua che si deposita sul serramento inferiore (sporgente), NON USARE la microfibra, ma un tergivetro da 25 cm completo di una gomma vecchia oppure un tergivetro economico in plastica. Due superfici: ruvida per pulire, liscia per lucidare.

Ultimato il nostro ultimo lavoro, una pulizia straordinaria di due edifici di sette piani e del cortile che li collega con un unica entrata-uscita principale, a Salerno. La difficoltà era rappresentata dalla grata dell’ascensore, completamente avvolta dalla polvere e sporcizia non rimossa da decenni ormai e appiccicata quasi come colla. Tra l’altro sia negli stessi edifici che in un altro adiacente dei muratori stanno svolgendo dei lavori di ristrutturazione.
Usare un vaporizzatore ad altissima temperatura sarebbe stato controproducente, così come utilizzare un compressore a getto di aria compressa sarebbe stata una pessima idea…dove sarebbe finito tutto lo sporco e la polvere? …risolvere un problema per crearne un altro non rientra nella nostra cultura…E’ NELLA CURA DEL DETTAGLIO LA DIFFERENZA! L’unica soluzione era quella di aspirare. Facile da dirsi ma vi assicuro molto più complicato nell’atto pratico. Come già detto il problema non era la quantità di sporco e di polvere, ma la consistenza…sembrava che qualcuno avesse creato un impasto e l’avesse spalmato per bene con la cazzuola!Ecco il punto…perchè quella strana consistenza e quale la causa?
Salerno è una città bellissima ma umida…c’è anche tanto mare. Mettiamoci pure che siamo alla fine di Novembre e che spesso le finestre delle scale restano aperte,con i lavori in corso…la causa è stata facilmente individuata.
Proverbio Service ha in dotazione aspiratori professionali,a 3 motori ma purtroppo i primi esiti non sono stati molto soddisfacenti.Lo sporco esterno veniva via con relativa
facilità mentre la parte all’interno della grata,coperto dalla stessa,stentava a venire via.La soluzione era quella di rendere lo sporco il più asciutto possibile e noi ci siamo riusciti…come?questo resta un nostro piccolo segreto ma vi assicuro…basta aguzzare un pò l’ingegno! . Seconda difficoltà:il cortile che collega i due edifici,un misto di cemento,graniglia e segato di marmo!Necessario un monospazzola, un’ aspira liquidi e il giusto detergente professionale… assolutamente non acido. Perchè? Tutti gli inquilini del primo edificio devono obbligatoriamente attraversare il cortile per poter uscire e rientrare attraversando, tra l’altro,l’androne del secondo edificio.Ora immaginate cosa potrebbe accadere al marmo interno calpestato da decine di scarpe inzuppate di acido?Follia pura.Analizziamo intanto la caratteristica del pavimento.Il pavimento in graniglia è ottenuto attraverso l’impasto di frammenti di marmo di piccole dimensioni mescolati e legati con cemento bianco, malta,sabbia e cemento scuro.Ricorda il terrazzo veneziano.La caratteristica di questo pavimento è la facilità a perdere lucentezza e a rovinarsi anche con il solo passaggio di persone.Assorbe gli acidi e lo sporco,il passare degli anni e le intemperie non fanno altro che peggiorare la situazione.In questo caso ci sono varie soluzioni e dipende dalla richiesta del cliente:
si può effettuare una pulizia superficiale del pavimento,richiede meno tempo e costo relativamente basso,se non si hanno troppe pretese.Altrimenti la levigazione del pavimento per renderlo come nuovo o provare con la cristallizzazione che da risultati buoni ad un costo inferiore. Ai clienti la scelta!

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